Categoria: Rivista Online - Edizione Settembre 2016

 

L´Italia è un Paese ad altissimo rischio sismico, ma cosa si fa?                                                                                           Una domanda che non ha ancora risposta.

È noto che il terremoto non può essere previsto ma è altrettanto noto che i danni si possono ben contenere. Il buon “pater familias” che avrebbe dovuto essere lo Stato nei confronti dei suoi cittadini, non esiste.

Eppure non ci vuole molto per capire che la prima preoccupazione dei governanti dovrebbe essere quella di impiegare i soldi per le necessità primarie e impellenti.

Invece, no! Il governo si preoccupa di spillare e inventare nuove imposte indirette (quelle che non si vedono) e imporre nuovi balzelli e se i miliardi ci sono, lasciamoli lì…non si sa mai.

Questo modo di ragionare e di concepire la gestione della “res publica” è solo italiana. Allora viene da chiedersi come mai copiamo solo le cose negative degli altri stati e le buone e virtuose le lasciamo agli altri? Alla massa di governanti incapaci e burocrati nemmeno Cecco Angiolieri ha insegnato nulla. Egli nel sonetto “S’i fosse foco” diceva: “ Torrei le donne giovani e leggiadre:  le vecchie e laide lasserei altrui.”

La nostra bella e amata Italia, si comporta al contrario e non impara le lezioni, purtroppo tante, succedute nel tempo. Ci spieghiamo meglio:

Le zone recentemente colpite, in primis le città di Amatrice e Accumoli, erano state individuate come zone ad “altissimo rischio sismico” e avrebbero potuto usufruire a buon diritto del miliardo di euro stanziato subito dopo il terremoto dell’Aquila, denaro che doveva servire appunto alla prevenzione di detto rischio.

Il caso di Norcia, ricostruita a prova di scosse dopo la tragedia del 1997 dimostra che i fondi se spesi e se spesi a rigore di legge possono servire a salvare il territorio e molte vite. Il colmo è che le ingenti somme messe a disposizione dal governo per l´inspiegabile burocrazia esistente tra Regioni, Comuni e altri enti non vengono impiegate; ad esempio, nel Lazio, dove i Comuni di Amatrice e Accumoli, a coefficiente di rischio altissimo, avrebbero dovuto essere beneficiati dalla maggioranza dei fondi, i 4 milioni di euro messi a disposizione nel 2014 e nel 2015 per l’edilizia privata sono rimasti bloccati. Questo è solo un caso, ve ne sono moltissimi altri che lasciano a rischio l´integrità di intere popolazioni come se si trattasse di routinarie questioni amministrative.

Questo è un problema molto serio che riguarda vite umane e noi, da buoni italiani, non lo risolviamo; è più facile far vedere attraverso la TV presidenti e ministri a fare sopralluoghi in omaggio alle vittime, assistere a funerali collettivi e persino partiti politici che si contendono il progetto “Amatriciana pro terremotati “. A Torino, infatti, la solidarietà diventa una buona motivazione di scontro tra il Pd dell’ex primo cittadino Piero Fassino e il Movimento 5 Stelle che oggi governa la città con il sindaco Chiara Appendino.

Piangere sul dramma nazionale per alcune settimane, fare raccolte di fondi qua e là sapendo che poi tutto, col tempo, andrà nel dimenticatoio e fingere che nulla sia accaduto in attesa di compiangere le vittime del prossimo sisma è quello che purtroppo accadrà. È vergognoso cari connazionali!

 

Terremoti in Italia negli ultimi 100 anni

- 28 dicembre 1908. Più di 82mila persone muoiono a seguito di un sisma di magnitudo 7.2 che riduce in maceria Messina e danneggia Reggio Calabria, al di là dello stretto.

- 13 gennaio 1915. Il terremoto della Marsica, in Abruzzo, causa più di 30mila vittime.

- 27 luglio 1930. Un terremoto di magnitudo 6.5 colpisce la zona dell'Irpinia, nel sud Italia, uccidendo circa 1.400 persone.

- 14 gennaio 1968. Terremoto del Belice. Una scossa di magnitudo 6.1 nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpisce una vasta area della Sicilia occidentale, la Valle del Belice. Le vittime sono più di 200, alcune stime ne contano addirittura più di 350.

- 6 maggio 1976. Un sisma di magnitudo 6.5 scuote il Friuli causando 976 vittime e lasciando 70mile persone senza casa.

- 23 novembre 1980. 2.735 morti e 7.500 feriti: è il bilancio del terremoto di magnitudo 6.5 avvenuto in Irpinia, uno dei più gravi di sempre.

- 13 dicembre 1990. Il terremoto di Carlentini, noto anche come il sisma di Santa Lucia, all'1.24 interessa un'ampia parte della Sicilia sud orientale. Di magnitudo 5.7 uccide 13 persone e ne ferisce 200 nella provincia di Siracusa.

- 26 settembre 1997. Due scosse di magnitudo 6.4 uccidono 11 persone e causano gravi danni alla Basilica di San Francesco ad Assisi.

- 17 luglio 2001. Bilancio meno tragico di quanto sarebbe stato possibile per una scossa di magnitudo 5.2 in Alto Adige: la vittima è una sola, una donna.

- 31 ottobre 2002. Il terremoto del Molise, di magnitudo 5.9, uccide 30 persone nella provincia di Campobasso. Il bilancio è reso più tragico dal fatto che 27 delle vittime erano bimbi, alunni della scuola elementare di San Giuliano in Puglia crollata durante il terremoto.

- 6 aprile 2009. Un potente terremoto colpisce l'Abruzzo e in particolare L'Aquila. Come accaduto oggi, anche in questo caso la scossa più forte del sisma, di magnitudo 6.3, avviene di notte, alle 3.32, cogliendo di sorpresa i cittadini. L'Aquila, città del 13esimo secolo, viene devastata.

- 29 maggio 2012. Sedici morti e 350 feriti nella zona di Modena, in Emilia: questo il bilancio del terremoto di magnitudo 5.9 con una scossa di una durata di 18 secondi. Già nove giorni prima, il 20 maggio, nella notte una scossa di magnitudo 5.9 aveva ucciso 7 persone nella stessa zona.

 

Fonte Reuters - Traduzione LaPresse