Categoria: Rivista Online - Edizione - Maggio 2016

 

In pedagogia e psicologia è noto che l'esempio comportamentale incide efficacemente più di qualsiasi verbo, ma non pare sia della stessa opinione mister Barack Obama, presidente degli Stati Uniti.

"In Germania più che in qualsiasi altro posto nel mondo avete imparato che quello di cui c'è bisogno nel mondo non sono muri". Testuali parole di Obama ad Hannover a proposito dei profughi. Rafforzando il concetto, ha poi citato il Pontefice: "Papa Francesco ha detto che i profughi non sono numeri, ma sono persone, che hanno volti e storie".
 
È il caso di dirlo! Obama, anche questa volta, predica bene ma razzola male. D´altronde, gli USA a parte il fatto che nell'anno fiscale che finisce questo mese abbiano accolto soltanto 70 mila rifugiati, di muri ne sanno qualcosa. La barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico, detta anche muro messicano o muro di Tijuana, ricordiamo, è una barriera di sicurezza costruita dagli Stati Uniti lungo la frontiera al confine tra USA e Messico. In Messico viene però chiamato Muro della vergogna. Il suo obiettivo è quello di impedire agli immigranti illegali, in particolar modo messicani e centroamericani, di oltrepassare il confine statunitense. 
Bene, se così stanno le cose con quale autorità e con quale morale mister Obama viene a fare il “predicozzo” in Europa, sponsorizzando la sciagurata politica dell'accoglienza portata avanti da Angela Merkel? Una Merkel cui viene attribuito il merito d´aver aperto le porte d´Europa ai profughi anche se, in effetti, la politica delle porte aperte a tutti, che inizialmente ha portato 1,1 milioni di profughi in Germania, è ben cambiata subito dopo le violenze di Colonia e la rivolta nella maggioranza che sostiene la cancelliera, tant´è che Berlino con un classico kehrtwendung (dietro front) ha iniziato a respingere sistematicamente il 10% di profughi che ogni giorno tentano di varcare la propria frontiera.
 
La signora Merkel da abile giostraia, ha saputo ben mascherare i propri interessi, avallando e incentivando (con i soldi della comunità) i finanziamenti alla Turchia che, per ogni due respingimenti della Germania, ne rimanda due indietro che, però rischieranno di affondare e di affogare nelle acque dell’Egeo o di Sicilia e, comunque, in Germania non torneranno di sicuro.
 
Nel discorso tenuto alla Fiera di Hannover, Obama, in arrivo dall´Inghilterra ove si era portato per fare la campagna contro la Brexit, dopo aver detto che la cancelliera tedesca è "dalla parte giusta della storia", ha bacchettato severamente tutti quei Paesi dell'Unione europea che hanno dimostrato di non tollerare ulteriormente di essere invasi da immigrati provenienti da ogni dove.
 
Giova ricordare al presidente Obama e a chicchessia, pur senza generalizzare, che siamo letteralmente invasi da giovani, forti e robusti che, invece di lavorare nei loro paesi, preferiscono venire in Europa e, in particolar modo in Italia, dove si possono permettere il lusso di buttare la pasta nella spazzatura, perché a loro non piace, vogliono il cuscus! Oppure organizzano dimostrazioni o scioperi perché sono alloggiati in residence di tutto rispetto, ma prive del wi-fi e ciò per loro è inaccettabile, perché abituati sin da piccoli ad avere nelle baracche dove vivevano luce, gas, linee telefoniche e quanto altro. La soluzione è quella di aiutare, nei limiti delle nostre possibilità, solo chi ha i requisiti previsti dalle norme internazionali per ottenere l'asilo o lo status di rifugiato e non l´accoglienza indiscriminata.
 
Siamo arrivati invece all´inverosimile! Molti italiani muoiono di fame e ci si preoccupa solo dei migranti; malpolitica, la nostra, che può portare a pericolose e irreparabili conseguenze. 

E non siamo i soli a pensarlo:"Abbiamo la responsabilità di un popolo di cui non fanno parte solo gli stranieri, ma anche gli italiani. E tra i nostri connazionali i poveri stanno aumentando sempre di più". È l’arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, ad affermarlo senza mezzi termini.

"Noi vescovi abbiamo la responsabilità di un popolo nel quale non ci sono solo stranieri, ma anche tanti italiani - aggiunge Negri - Guai a intervenire su un solo fronte. Fare preferenze sarebbe un errore clamoroso. Creerebbe soltanto una situazione di esclusività che a ben pensare sarebbe dannosa per tutti" (ilgiornale.it).

La verità è tutt’altra.“Gli Stati Uniti e il mondo intero hanno bisogno di un´Europa forte, prospera, democratica e unita e forse c´é bisogno di qualcuno che venga dal di fuori come me per evidenziare i progressi conseguiti” continua a discorrere Obama. Di sicuro gli USA, che non sono il buon samaritano che tentano di personificare,  hanno tutto l´interesse a mantenere un´Europa unita, il più possibile sottomessa, più facile da controllare e sfruttare sia sotto il profilo economico che militare. La dice lunga il fatto che Obama abbia difeso nell´occasione del recente incontro con i leader europei anche un´azione più energica dell´Otan sostenuta da maggiori investimenti finanziari per contenere le minacce russe nel Baltico.
 
Minacce di chi e di che cosa? Il Baltico è fino a prova contraria il confine settentrionale della Russia, che ha il sacrosanto diritto di sorvegliare e difendere, o no? Ma gli USA sono avvezzi a inventarsi delle fantomatiche minacce, per giustificare le loro intemperanze. Inventano minacce russe nel Baltico, come se i russi si inventassero minacce americane nell’Alaska. E ancora, potremmo ipotizzare che l´obiettivo celato della visita, forse l´ultima come presidente USA, di Obama sia stato pure quello di sbloccare i negoziati del Trattato di Libero Commercio tra USA e UE, da mesi stagnanti a causa di reciproche accuse di protezionismo.
 
A questo punto, ci viene naturale una domanda: Chi rappresenta Obama, quale forza occulta governa i destini dell´Europa?
 
 
Forse si può rispondere con una metafora: la politica europea è come l´Opera dei Pupi, il puparo è l´Amministrazione USA di turno ma al di sopra di questi si nascondono altri abili burattinai, i signori della grande finanza, che dietro le quinte muovono con accortezza fili invisibili perché le cose vadano nella direzione da loro già da tempo programmata. Ergo, i destini dell´Europa e del mondo sono retti dall´Alta Finanza. E così è stato dalla fine della II guerra mondiale, anche se incidenti di percorso si sono verificati e si potrebbero nuovamente verificare nello svolgimento di questo spregevole disegno macroeconomico. L´Italia, allo stato, non rappresenta un possibile pericolo, non possiede, ahimé, l’autorità né la tempra morale per tanto, ma Austria e Ungheria, sì, l´Inghilterra forse. Questi Paesi già respingono le disastrose imposizioni di Bruxelles sulla politica dei profughi. E si salvi chi può se cede un puntello del “teatrino Europa” l´effetto domino non perdona! Moriranno Orlando e Rinaldo e con essi anche il traditore Gano di Maganza. Tutto crollerà e questo è il timore dei grandi burattinai.
 
G & G Arnò