Categoria: Rivista Online - Edizione - Maggio 2015

 

Decine di manifestanti si sono riuniti davanti all’ambasciata indonesiana a Londra per chiedere libero accesso al Papua Occidentale.


© Camila Almeida/Survival
 

Decine di manifestanti si sono riuniti oggi davanti alle ambasciate indonesiane di Londra, Parigi e di altre città per chiedere la fine dei 50 anni di isolamento del Papua Occidentale.
I sostenitori di Tapol, Amnesty International, Free West Papua Campaign e Survival International � il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni  � erano vestiti in nero per protestare contro il black-out mediatico in Papua e brandivano cartelli sui cui si leggevano slogan come “Censura” e “Basta omicidi, accesso libero al Papua”.
Proteste si sono tenute anche in Papua Occidentale, in Australia e negli Stati Uniti. A Madrid e Milano sono state consegnate lettere alle rappresentanze indonesiane.
I Papuasi subiscono omicidi, arresti e torture da parte dei militari indonesiani, che agiscono nell’impunità. Nel dicembre scorso, quattro giovani papuasi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza durante una manifestazione di protesta, ma finora nessuno è stato incriminato.
Le organizzazioni per i diritti umani, i giornalisti stranieri e
le agenzie umanitarie non possono operare in Papua Occidentale, nonostante le promesse pre-elettorali del Presidente indonesiano Jokowi di consentire l’accesso alla provincia. In questo modo la brutale oppressione può continuare: più di 100.000 Papuasi sarebbero stati assassinati dall’inizio dell’occupazione, nel 1963.

 

L'attivista papuaso Benny Wenda si è unito ai manifestanti davanti all'ambasciata indonesiana a Londra.
© Camila Almeida/Survival

 

Lo scorso anno nel Papua Occidentale, mentre erano in corso simili manifestazioni di protesta internazionale, i manifestanti furono dispersi dalla polizia e due studenti furono arrestati e picchiati pesantemente.
“L’Indonesia ha lottato a lungo e duramente per sopprimere la libertà di parola nel Papua Occidentale” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival. “Non ci sorprende, perché ha davvero molto da nascondere. Le autorità non vogliono che i Papuasi denucino gli omicidi extragiudiziali, le detenzioni arbitrarie, gli stupri e le torture. E fino a quando l’Indonesia manterrà isolato il Papua Occidentale, il regno del terrore continuerà.”

Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/10770
Survival International è il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Dal 1969, aiutiamo i popoli indigeni a difendere le loro vite, a proteggere le loro terre e a determinare autonomamente il proprio futuro.

 
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