Categoria: Rivista Online - Edizione - Aprile 2015

 

Con un leggero aumento di addetti, soci e fatturato

 

Un risultato ottenuto, nonostante la crisi, facendo leva sugli ideali di mutualità, solidarietà,

coesione sociale, radicamento sul territorio e coinvolgimento delle giovani generazioni

 

(Bologna, 16 Aprile 2015). La lunga e pesante crisi economica iniziata nel 2008 ha messo a dura prova il sistema produttivo italiano. Le aziende associate a Confcooperative hanno resistito meglio di altri soggetti imprenditoriali a questa difficile congiuntura, dimostrando una buona capacità di adattamento alle trasformazioni sociali ed economiche. In tale scenario,Confcooperative Emilia Romagna ha archiviato un 2014 soddisfacente, contribuendo in particolare a mantenere l’occupazione.

“Complessivamente – dichiara il direttore di Confcooperative regionale, Pierlorenzo Rossinelle nostre associate si è registrato un leggero incremento dei posti di lavoro (+0,5%), che ha portato gli addetti a superare quota 72.300 (70.024 nel 2013) e quota75.300 con le Banche di Credito Cooperativo (74.972 nel 2013)”.

“Si tratta di un dato decisamente rilevante, e per certi versi anche sorprendente, – prosegue Rossi – in quanto in contro tendenza rispetto all’andamento generale. La scelta di tutelare l’occupazione, anche in presenza di una minore redditività, è stata responsabilmente messa in atto dalle cooperative che, da un lato, grazie allo stretto legame con il territorio sono in grado di rafforzare l’economia locale e, dall’altro, sono saldamente ancorate a quell’economia reale sulla quale occorre puntare con decisione per poter ottenere nuove e stabili prospettive di ripresa”. Per quanto concerne i diversi ambiti produttivi di Confcooperative Emilia Romagna, l’incremento più consistente dei posti di lavoro riguarda il settore sanitario con un +11,1% sul 2013, seguito dal consumo (+4,9%) e dalla solidarietà sociale (+2,2,%). Positivo il trend anche per il settore agroalimentare, dove gli occupati sono cresciuti dello 0,8%. Sempre a livello regionale, oltre agli addetti, nel 2014 sono aumentati anche i soci delle cooperative di Confcooperative, che hanno sfiorato quota 275.000 con un +1,8% (diventano quasi 400.000 con le Banche di Credito Cooperativo), e il fatturato, che ha superato i 13.000 milioni di euro con un incremento dello 0,3%.

All’interno del sistema Confcooperative, anche le Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna hanno archiviato un anno abbastanza positivo. “Gli impieghi economici a favore dei soci, delle imprese e delle comunità locali – dichiara Daniele Quadrelli, direttore generale della Federazione BCC Emilia Romagna – registrano un leggero decremento (-0,21%) attestandosi a 12.383 milioni di euro (pari a quasi il 90% della raccolta), a conferma di come il Credito Cooperativo, anche nel 2014, abbia assecondato il difficile momento congiunturale, in bilico fra stagnazione e modesta ripresa, mantenendo sostanzialmente invariata l’erogazione di credito a favore del sistema economico e interpretando in tal modo quella diversità caratteristica delle BCC sul territorio, a fianco delle famiglie e delle piccole e medie imprese”.

“Questi dati incoraggianti – dichiara il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza – confermano l’andamento registrato in generale dal 2008, primo anno della crisi, al 2014. Un periodo in cui i soci sono aumentati del 16,7%, passando da oltre 340.000 a quasi 400.000 (compresi quelli delle BCC), il fatturato è cresciuto del 4,3%, salendo da circa 12.500 a più di 13.000 milioni di euro, e gli addetti sono aumentati complessivamente di 5.445 unità (+7,8%), passando da 69.889 a 75.334 (con le BCC)”.

“Risultati, questi, – prosegue Milza – frutto anche degli strumenti adottati negli ultimi anni per favorire la crescita e creare ulteriori opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, che costituiscono un elemento determinante su cui puntare. Proprio per questo, Confcooperative Emilia Romagna ha recentemente costituito la Federazione dei Giovani Cooperatori. “Un organismo – commenta il direttore di Confcooperative regionale, Pierlorenzo Rossi – i cui obiettivi principali sono: contribuire alla promozione culturale e civile dei giovani con particolare riguardo alla loro educazione cooperativistica, favorire la collaborazione con le organizzazioni giovanili e cooperative e con le altre associazioni imprenditoriali locali, nazionali ed internazionali, sviluppare l’intercooperazione e costituire nuove cooperative di giovani.

Questa è una delle modalità con cui Confcooperative intende contribuire concretamente alla realizzazione del Patto per il lavoro che la Giunta dell’Emilia Romagna vuole definire con tutte le componenti della società regionale.

Ma Confcooperative non pensa soltanto ai giovani e, per rispondere alle esigenze dei soci cooperatori e delle loro famiglie, e contemporaneamente allo sviluppo delle imprese associate, ha consolidato il progetto mutualistico regionale gettando le basi per l’estensione dell’iniziativa anche a livello nazionale. “Si tratta – sottolinea il presidente Francesco Milza – di un’idea nata con l’obiettivo di consentire al mondo cooperativo di arricchire e perfezionare sempre più la propria offerta di servizi rivolti ai soci, aumentandone il valore percepito e semplificandone le modalità di accesso”. Con gli stessi obiettivi sul territorio regionale stanno anche nascendo esperienze di cooperative di utenti al fine di trasferire le potenzialità cooperative nella negoziazione degli acquisti di energia elettrica, gas, servizi di telefonia.

Nel 2014 Confcooperative ha poi avviato un progetto innovativo per la razionalizzazione dei Centri Servizi della regione sotto un unico marchio, Linker, con la creazione di una rete di esperti in grado di rispondere con efficacia ed efficienza alle necessità delle imprese, a partire dalle associate, mettendo a disposizione di tutte le cooperative dell’Emilia Romagna le stesse opportunità, indipendentemente dalla loro collocazione geografica. Il presidente Milza sostiene che questi progetti vanno nella direzione di aumentare l’utilità marginale dei servizi, individuare le esigenze dei soci, studiare convenzioni con le cooperative presenti sul territorio, promuovere l’integrazione fra cooperative per l’erogazione di servizi complessi”.

Fortemente radicata sul territorio regionale, Confcooperative guarda però con sempre maggior attenzione anche a ciò che avviene nelle altre aree italiane ed in altri Paesi esteri considerando l’internazionalizzazione una leva indispensabile su cui puntare per garantire alle imprese produttive i migliori risultati. “A tale proposito – dichiara Milza – insieme a Legacoop e Confartigianato dell’Emilia Romagna, in collaborazione con Irecoop, abbiamo promosso il progetto ER@POL per valorizzare le migliori eccellenze agroalimentari regionali sul mercato polacco. L’iniziativa ha coinvolto 35 imprese, rappresentative delle produzioni più importanti, con l’obiettivo di approfondire le opportunità commerciali di questo Paese”.

Contemporaneamente, attraverso un progetto finanziato dalla Regione, Confcooperative ha anche avviato una missione di incoming per ospitare delegazioni di buyers stranieri che potranno visitare le imprese e il territorio in cui operano, anche nei prossimi mesi in occasione di EXPO, dove, nella terza settimana di settembre, Confcooperative Emilia Romagna sarà protagonista con i territori e le imprese.

“Le cooperative emiliano-romagnole – dichiara Milza – hanno quindi messo in campo tutte le proprie risorse per reagire alla congiuntura economica negativa e in termini di fatturato e occupazione hanno così ottenuto risultati in linea con i dati generali relativi allo scenario regionale secondo i quali nel 2014 il PIL è aumentato dello 0,2%. A questo proposito, Confcooperative ha fatto leva sugli ideali di mutualità, solidarietà, coesione sociale, radicamento sul territorio e coinvolgimento delle giovani generazioni.Tutti principi che costituiscono il vero DNA della cooperazione e le consentono di svolgere una funzione anticiclica nei periodi più difficili”.

“L’auspicio – conclude Milza – è che anche il Governo faccia la sua parte, attuando gli investimenti necessari per lo sviluppo così da poter cogliere al meglio i primi, timidi, segnali di ripresa che sembrano finalmente rendere più vicina l’uscita dalla crisi economica e fanno prevedere all’Istat una crescita del PIL nazionale dello 0,1% per il primo trimestre di quest’anno”.

 Piero Valdiserra